Fazi editore – 298 pagine
L’invenzione dei corpi è stata una bella scoperta (lasciamo stare la brutta copertina) . La chiave di lettura è proprio il titolo e ti serve. Te lo devi portare dietro, perché questo libro è tante cose. E’ una denuncia, un’avventura, una precognizione, in alcuni tratti è persino metafisico e tocca anche punte di lirismo durante la descrizione di un paio di fughe.
Alvaro è un giovanissimo professore di informatica, coinvolto suo malgrado nel massacro di stato di Iguala nel 2014. Già prima il suo corpo mal sopportava i limiti della sua povera realtà. Dopo il massacro, a cui riesce a sfuggire per miracolo e non senza segni indelebili, il confine della sua terra diviene insopportabile e si unisce ai profughi che rischiano la vita cercando di raggiungere gli USA dal Messico.
Adele è una biologa, una specialista nel campo delle staminali. Lei i corpi preferisce vederli da dentro, attraverso un microscopio. Le piace pensare a infiniti universi di fronte ai quali rimanere incantati, invece che a corpi sottoposti al giudizio, e alla violenta banalità dei desideri.
Entrambi vengono coinvolti da un magnate dell’era digitale in una serie di esperimenti transmumanistici fuori da ogni etica e morale. Lui il suo corpo lo vuole rendere immortale ed ha già in mente come sostituirne e migliorarne ogni singolo pezzo.
Alvaro e Adele tentano la fuga prima e la rivalsa poi, unendosi a geni transgender della rete, che cercano di hackerare i loro stessi cervelli, e a Profeti New Age del World Wide che vogliono il mondo libero dai vari Zuckember & co.
E’ un bel libro, soprattutto per l’intenzione che dimostra nel voler recuperare il valore nativo della rete, l’unica invenzione nata da un’intuizione collettiva e partecipata nella realizzazione. Si perde un pochino nel finale, perché autori e lettori fanno sempre fatica a spezzare storie d’amore e preferiscono semplificare a costo della coerenza.
A parte questo, da leggere sicuramente e da farne propri molti passaggi, a proposito di quello che siamo e di quello che diventeremo.
Dado