Edito da Enaudi – 737 pagine
Stai aspettando la tua prole fuori dalla scuola? Ascolta l’Audio Recensione:
Conoscete Bret Easton Ellis? Vi dico solo un titolo: American Psycho, sì quello da cui hanno tratto il film. Ma Ellis non è solo quello. Ci sono ben quattro trasposizioni cinematografiche dai suoi lavori e lui stesso è sceneggiatore e regista.
Un’icona del grande romanzo americano insomma. Il problema con questo tipo di scrittori è che se non sai chi sono è meglio. Così sei libero di dire che ti sei annoiato per almeno 400 delle 737 pagine.
Mi spiego meglio, non vorrei passare per irriverente nei confronti di quello che a tutti gli effetti, anche in questo libro, a 13 anni dall’ultimo, si è dimostrato un grande scrittore. Ma come? Ti sei annoiato ed è un grande scrittore?
Sì, lo è, perché tutto ciò che ha scritto contribuisce all’ingegneria delle 100 pagine finali che valgono tutto il libro.
La trama. Bret (il protagonista ha il suo stesso nome perchè lo stile di Ellis è l’autofiction) è un diciassettenne privilegiato di Los Angeles. Frequenta una scuola per ricchi figli di papà e tutti i suoi compagni sono belli, superficiali drogati, completamente senza controllo e chiusi in ruoli che recitano senza sosta.
Bret è gay, ma ha una fidanzata che gli serve per passare l’ultimo anno di scuola senza dover spiegare nulla a nessuno. Nel frattempo si innamora continuamente dei suoi compagni maschi e con un paio di loro avvia relazioni sessuali.
L’apparente stallo finisce quando arriva nella scuola Robert, un coetaneo bellissimo, con un passato oscuro. Robert rompe tutti gli equilibri del gruppo dei diplomandi e Bret, pur essendone attratto, lo odia al punto da collegarlo alla serie di efferati omicidi che, in quel periodo, un serial killer chiamato “il Pescatore” sta mettendo in scena a Los Angeles. Colpendo anche uno degli amanti di Bret.
Robert ha veramente a che fare con quelle raccapriccianti morti o è solo frutto della fantasia da scrittore di Bret, resa paranoide dagli psicofarmaci?
Affrontare questo romanzo come il racconto delle gesta di un serial killer è un errore. Le azioni del Pescatore, anche se c’entrano con il rocambolesco finale, sono solo una parte del libro e, secondo me, nemmeno la più importante. Ellis vuole raccontare l’alienazione di un ragazzo gay negli anni ’80 e, forse proprio perché il suo personaggio è rinchiuso nell’agio senza limiti di una gabbia dorata, riesce a farlo in una maniera particolarmente nichilista e grottesca. Uno stile perfetto per contenere Bret, una regina del dramma rinchiusa nel corpo di un adolescente omosessuale ed erotomane che riesce ad avere erezioni anche in preda al terrore.
A parte il mio errore iniziale di cominciare a leggerlo aspettandomi qualcosa che non era, questo romanzo risente di un problema fondamentale di cui credo anche di aver individuato la causa. Se non ho capito male, Le schegge è stato inizialmente pensato per essere letto a puntante sul podcast di Ellis.
A parte le indicazioni stradali, (solo togliendo quelle ci sarebbero qualche decina di pagine in meno) si ribadiscono troppe volte gli stessi concetti, come appunto si fa nelle trame a puntante per non far perdere il filo. Certo non mi permetterei mai di suggerire a uno come Ellis come riscrivere un suo romanzo, ma sono sicuro che lui avrebbe saputo togliere almeno 300 pagine senza perdere d’efficacia.
E poi faccio umilmente notare che si poteva fare qualcosa anche come editing. Passi l’ennesima masturbazione pensando al piccolo sedere muscoloso con il segno del costume di qualche suo compagno, in fondo il protagonista è un erotomane che riesce a masturbarsi anche sotto Valium (!), ma alla quarta volta che leggo del profumo di Cedro e Sandalo di Robert, mi sento autorizzato a pensare che il prodotto poteva essere curato meglio.
Ma insomma… lo consiglio o non lo consiglio questo romanzo. Ricapitolando, le ultime cento pagine mi sono piaciute molto, hanno dato un senso a molte cose del romanzo rivelando un’architettura che in pochi riescono a portare avanti. Ma questo libro poteva essere curato meglio. I fan di Ellis lo apprezzeranno molto per il ritrovato stile torbido, sensuale e violento, gli altri non lo so. Ma Ellis scrive per se stesso, lo dichiara all’inizio del libro con la dedica “Per Nessuno” e dunque se ne sta lì, intrappolato negli anni ’80 con le canzoni di Kim Wild, i Rayban Wayfarer, le polo Ralph Lauren con il colletto alzato e i sederi tonici dei suoi compagni di classe. E certamente si diverte.
Ti piace Ellis? Questo è un libro di Bret Easton Ellis. Non c’è dubbio.
Dado
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