Edito da Bollati Boringhieri – 412 pagine
Si dice, lo afferma anche questo libro, che la poesia sia più vera della storia. Ci sono diversi motivi per essere d’accordo, soprattutto in considerazione del fatto che la storia la scrive sempre il vincitore, mentre la poesia ferma l’universalità degli accadimenti. Io però rilancio e affermo che la letteratura, invece, ha poteri divinatori.
Di cosa sto parlando? Questo libro, scritto nel 2015, narra le conseguenze di una pandemia, contemporanea ad una guerra e ad una crisi energetica. Non scopro certo io che i romanzi sono capaci di fare questo, ma forse è importante notarlo in questo rumoroso nulla da clickbait in cui siamo finiti.
Sulla spiaggia di St Piran, in Cornovaglia, viene ritrovato un uomo nudo, in crisi da ipotermia, con un’erezione che non ne vuol sapere di passare. E’ John Haak, l’analista di un’importante banca d’affari londinese, convinto di aver fatto fallire l’istituto per cui lavora. In preda alla disperazione si è diretto al largo nudo, perdendo i sensi per il freddo e venendo poi riportato a riva da una balena.
John, salvato dagli abitanti del piccolo borgo, li aiuta a superare un’apocalisse che lui stesso ha previsto. Quello che accade a St Piran è la stessa cosa che sta succedendo in tutto il mondo. Le filiere di approvvigionamento di energia, cibo e acqua si interrompono a causa di una congiuntura geopoliticopandemica che nessuno ha visto arrivare.
Il protagonista del romanzo non affronterà la crisi mondiale, ma si limiterà ad affrontare i suoi fantasmi, cercando di dare il suo contributo alla piccola comunità. Basterà?
Mi è piaciuto questo romanzo? John Ironmonger porta la crisi alle estreme conseguenze e questo mi piace. Mette in scena anche un amore irrealizzabile e anche questo mi piace. Tende al lieto fine e questo mi piace un po’ di meno. Diciamo che mentre leggi, una mezza idea di come andrà a finire te la fai senza troppo sforzo.
Giudizio finale, molto molto personale. Il pretesto narrativo è affascinante, ma i nodi si sciolgono in maniera abbastanza prevedibile. Bello, ma non entusiasmante. Consigliato a chi ha fiducia nell’umanità.
Dado