Edito da Mondadori – 204 pagine
Questo libro del Bolognese Venturi, cuoco di prima professione, mi ha lasciato con sentimenti contrastanti. Ha un bel ritmo, ma non fa vedere bene i personaggi, compreso il protagonista. Ci sono poi pagine del racconto che sembrano messe lì per riempire e giustificare una trama molto serrata.
Emilio Zucchini, detto Zucca, è un ristoratore di Bologna. L’amico Nicola è un padre single suo malgrado, perché abbandonato dalla moglie che, a quanto pare, è stufa di essere madre di due bambini e preferisce vivere l’amore di un’altra donna. Un giorno un cantante fallito, durante un tentativo di rapina, trovandosi ostacolato da altri due malviventi, ruba la macchina a Nicola e inavvertitamente gli rapisce la figlia. Da qui Zucca diventa detective suo malgrado e, senza altre doti che non siano il trovarsi nel posto sbagliato al momento giusto, risolve la situazione.
È un libro che sembra aver fretta di finire. Sarà per questo che rimane sulla superficie di ogni personaggio. Eppure lo scrittore è capace di tratteggiare quadri efficaci, lo dimostra con il boss Fabietto di cui, in due pagine, rende la genesi di un malavitoso legato alla sua infanzia e al defunto padre da una moneta.
Ho trovato Venturi forse un po’ acerbo, quasi legato ad esigenze da sceneggiatura più che romanzo. Se lo consiglio? Dipende da che lettura cercate. Bologna Napoli su Freccia rossa, per passare il viaggio? Sì, dai.
Dado