Edito da Neri Pozza – 495 pagine
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Con la recensione di oggi vi porto in oriente, precisamente nella Malesia del 1939, alle soglie della Seconda Guerra Mondiale. I luoghi del romanzo sono stati per lungo tempo meta di migrazione per gli esuli cinesi, ma anche centro di interesse per le rotte e i commerci inglesi. Durante la Seconda Guerra Mondiale la Malesia fu occupata dai Giapponesi che riuscirono a mantenerla, con metodi sanguinari, fino alla riconquista delle stesse forze inglesi a cui era stata strappata.
“Il dono della pioggia” è la storia di Philip Hutton, figlio di un ricco commerciante inglese e della sua seconda moglie cinese. Philip per tutta l’adolescenza sente di non appartenere a nessun popolo. Non si sente inglese, né cinese e nemmeno malese. Avverte un distacco profondo perfino dalla sua famiglia, ma il suo non è solo il sintomo di un disagio adolescenziale, è anche e soprattutto l’indizio di un destino che è costretto a realizzare.
Un giorno il signor Hendo, un giapponese in servizio all’ambasciata, si trasferisce nell’isolotto di fronte a casa Hutton. Quel luogo è sempre stato il rifugio segreto di Philip, ma presto si trova a frequentarlo per tutt’altro motivo. Hendo San è un formidabile maestro di aikido e, in questa veste, si prende cura del ragazzo, insegnandogli l’arte marziale, ma anche la meditazione zen.
Proprio grazie alla meditazione Philip scopre una verità che Hendo conosce già fin troppo bene. In una vita passata i due erano amanti, ma Philip aveva tradito l’Imperatore ed Hendo era stato costretto a tagliargli la testa.
Gli insegnamenti di Hendo aiutano il ragazzo a recuperare i rapporti con tutta la famiglia, compreso il nonno cinese, mai conosciuto a causa del suo divieto verso il matrimonio della madre ormai morta. Presto però quegli stessi insegnamenti lo metteranno di fronte a una scelta drammatica.
Hendo è in Malesia su ordine dell’Imperatore, per favorire l’invasione giapponese. Philip sceglierà di unirsi alla resistenza e combatterà contro il suo sensei oppure sfrutterà quello stesso rapporto per salvare più vite possibile?
Questa risposta e la soluzione del nodo karmico dei protagonisti vi aspettano tra le pagine di questo bellissimo romanzo che parla di destino, amore e morte.
Come avrete intuito questa pubblicazione mi è piaciuta molto e la straconsiglio. Un solo avvertimento: è un libro tragico e non viene ammorbidito da nessuna invenzione puerile, tipo l’eroe che vince contro l’impossibile. Perché la verità è che in una guerra non vince nessuno, mai.
Dado