Neri Pozza Editore – 522 pagine
Allora… questo scrittore l’ho scoperto io! Scherzo, ovviamente. Mi era però molto piaciuto il suo esordio del 2019: Le sette morti di Evelyn Hardcastle. Tanto mi era piaciuto quello, tanto mi ha lasciato perplesso questo. Mi spiego meglio.
“Le sette morti di Evelyn Hardcastle” è una specie di giallo metafisico dove il protagonista passa di corpo in corpo, senza volerlo e con pochi ricordi, in un loop legato alla soluzione di un omicidio. Fra tutte le cose mi era piaciuta molto la resa psicologica di ogni personaggio “occupato”, la personalità presente anche senza la memoria. Una prospettiva raffinata e avvincente.
Poi mi trovo di fronte a questo nuovo libro che, in alcuni passaggi, è addirittura ingenuo in quella stessa resa psicologica. E allora mi sono fatto l’idea che fosse un libro scritto prima, tirato fuori all’indomani del best seller. E’ una mia sensazione eh! Non ho altre prove per sostenerlo. E’ un peccato perchè la trama c’è.
Il Governatore di un ricco avamposto della Compagnia delle Indie arma una piccola flotta per tornare in Olanda e prendere il suo posto tra i 17 soci che comandano l’impresa. A bordo fa caricare un oggetto misterioso, la “Follia”, e un prigioniero scortato da un olandese gigante. Sammy Pips, il prigioniero, e Arent la sua scorta, sono due famosi investigatori che risolvono complicati enigmi in tutti i domini della Compagnia. Ci sarà molto bisogno di loro, perché a bordo c’è anche un demone che ha a che fare con il passato di ognuno degli imbarcati e che causerà morte e distruzione.
Tra le cose che non mi sono piaciute c’è la fine (brutto da dire di un libro). Non posso dire di cosa si tratta, per non rovinare il romanzo a nessuno, ma… secondo me per renderla plausibile avrebbe dovuto essere dilatata nel tempo, mentre, come scritta dall’autore, rappresenta un capovolgimento di fronte senza motivo.
Lo sconsiglio? E’ comunque un bel libro, un bel giallo e un bel romanzo di mare. Ma i due fruitori di questa rubrica inutile sono lettori sofisticati, per cui devo dire le cose come stanno
Dado