Laurana Editore – 816 pagine – 22,00 euro al momento del mio acquisto.
Stai passeggiando? Ascolta l’Audio Recensione:
Questo romanzo ha fatto molto parlare di sé e non a caso. A me piaceva la copertina, ma tra i suoi lettori ha percorso tutta un’altra strada. La tiratura iniziale aveva la modestia di 160 copie e adesso siamo all’ottava ristampa, forse con più di diecimila copie distribuite. Merito del marketing?
No, del passaparola. E questo è ancora più incredibile perché non si tratta per niente di un libro “facile.” Prima di tutto è un romanzo di 800 pagine, per un milione di battute, cosa che non intimorisce solo chi aspetta l’ultimo libro di Ciccio Gamer. E poi c’è il fatto che, come molti l’hanno descritto, questo è un libro enciclopedico. Dentro ci sono così tante citazioni di cui io, lettore medio, non potrei mai confermare l’autenticità. Gadda, Joyce, Borges, Proust… boh! Tra opere e autori, tra vero e inventato, bisognerebbe ricominciare a studiare per orientarsi.
Ma questo libro ha un grande pregio. Non importa. Si può prendere tutto per buono, perché l’intenzione non è quella di erudirci, ma di farci viaggiare in una storia apparentemente semplice, che però si apre a numerose altre prospettive. Mondi grotteschi, tragici, ma anche lirici e ironici fino all’assurdo.
Nel ’44 Cesco Magetti è un soldato della Guardia Nazionale Repubblicana in servizio alla ferrovia di Asti. E’ un fascista poco convinto, con un gran mal di denti che non si decide a curare. Il suo superiore, dopo una serie di assurdi scaricabarile della gerarchia nazista, gli assegna il compito di disegnare una mappa delle ferrovie del Messico. La missione, apparentemente facile come andare in biblioteca, lo fa prima innamorare e poi precipitare in una dimensione epica, nella quale incontra personaggi di ogni tipo. Tilde, poetessa folle, Lito e Mec, becchini con un passato in Sudamerica, Ettore e Nicolao clienti dell’Aquila Agonizzate vicini ai partigiani, Epa, il cartografo Samonao e… mica posso dirveli tutti.
Questo romanzo riesce a darti l’impressione che un libro possa non finire mai, e non sto parlando del numero di pagine. Tutte le porte che apre, tutti i luoghi che ci fa visitare, sono lontani dall’Asti dove si svolge la trama, ma ne sono parte intima e non fanno mai pensare che si tratti di un altro libro.
Lo consiglio? Come molti di quelli che l’hanno letto sì, mi sommo anche io a quel passaparola. E aggiungo anche una cosa. Non parlo per l’editoria italiana, non leggo così tanto, ma nella mia libreria mancava il libro di un autore italiano con la prospettiva ambiziosa di rappresentare così tanti piani narrativi.
Poi raga… sono 800 pagine, fate i vostri conti.
Dado
Lascia un commento