Edito da Harper Collins – 528 pagine + glossario
Non distrarti mentre incorpori il burro nella farina, ascolta l’Audio Recensione:
Vi affascina la letteratura giapponese? Bene, sappiate però che non si vive di solo Murakami.
Asako Yiuzuki è una scrittrice di Tokyo che, a poco più di 40 anni, è già autrice di un Best Seller di culto in Giappone, che riscuote un discreto successo anche in occidente. Butter, appunto.
Burro. Perché questo titolo? Il burro, ingrediente gourmet indispensabile, guida la protagonista di questo romanzo in un’esperienza di rinascita. Un percorso a volte tragicamente destrutturante, che però le permette di allentare le catene della società giapponese, lacci alimentati da rigidità, maschilismo e sterili giudizi.
La trama:
Rika è una giornalista trentenne di Tokyo. Lavora in un’importante rivista che tratta società e costume, ma le sue occasioni di mettersi in luce e di fare carriera, essendo donna, sono molto ridotte.
Un giorno, grazie ad una intuizione della sua amica Reiko, riesce ad ottenere un colloquio in carcere con Manako Kajii, irraggiungibile a tutti ed accusata di tre omicidi. Il caso ha destato grande scalpore perchè Manako, seduttrice di uomini anziani e mantenuta di professione, è sovrappeso.
Lo è per un dichiarato amore per il cibo gourmet, ma, nella società giapponese, una donna grassa è una donna trascurata. In troppi non riescono a capacitarsi di come una donna così sia riuscita a sedurre e a portare alla morte tre uomini benestanti.
Rika cerca di entrare in confidenza con Manako chiedendole di una ricetta a cui sembra lei tenga molto. La detenuta accetta di parlare delle sua vita, ma in cambio vuole le confidenze della giornalista e la possibilità di continuare ad assaggiare cibo per interposta persona.
Manako è una narcisista patologica e un’abile manipolatrice, ma, tramite i suoi tentativi di distorcere la realtà, introduce Rika all’inaspettato e sensuale piacere del cibo cucinato e non solo riscaldato.
Tutto parte dal Burro, ma il burro vero, di marca, non un succedaneo come la margarina. La protagonista, costretta a trovare il tempo per le esperienze culinarie imposte dalla detenuta, si accorge di desiderare altro che non sia la frenesia che si auto impone, alla ricerca dell’affermazione lavorativa. Il sensuale approccio con il cibo, oltre a farla ingrassare, la fa cadere anche in una particolare malìa operata da Manako, la stessa che probabilmente ha usato con i suoi amanti e le sue vittime. Sarà l’amica Reiko, anch’essa in crisi esistenziale per un matrimonio senza figli, ad accorgersi di tutto.
Ma… Manako Kajii è veramente una serial killer o è solo una donna fraintesa a causa del suo anticonformismo?
Lo lascio scoprire a voi. Intanto vi dico che Butter è un romanzo femminista, non nei proclami, ma nel riscatto delle sue protagoniste. E poi è anche una critica senza sconti alla società giapponese, ma con molto affetto per le donne e gli uomini che cercano di sopravviverle.
Consiglio questo libro? Sì per la storia, per la generosa occhiata verso il sol levante e perché sottolinea in maniera efficace come gli affetti ci salvano la vita. Tutti i giorni.
Dado